Festa della Santa Spina di Montone
La Festa della Santa Spina di Montone è un viaggio nel tempo che porta con sé il profumo della storia e il fervore della devozione. Immaginate di camminare per le strade acciottolate di questo antico borgo umbro, dove ogni pietra racconta una storia millenaria. È qui che, dai primi anni ’60, si celebra un evento che unisce fede, tradizione e leggenda.
Tutto ebbe inizio nel 1961, quando i montonesi decisero di onorare un tesoro prezioso custodito gelosamente dalle suore del Convento di Sant’Agnese: una spina della corona di Cristo. Non una reliquia qualsiasi, ma un dono di inestimabile valore spirituale e storico, giunto a Montone grazie al valoroso Carlo Fortebracci.
Lasciatevi trasportare indietro nel tempo, tra il 1470 e il 1477. Carlo Fortebracci, figlio del celebre Braccio e conte di Montone, combatte’ per la Serenissima Repubblica di Venezia. Le sue gesta eroiche non passarono inosservate e come ricompensa ricevette un dono straordinario: una spina della corona che cinse il capo di Cristo. Con un gesto di profonda devozione e amore per la sua terra, Carlo decise di portare questa preziosa reliquia a Montone, istituendo una festa in suo onore il Lunedì dell’Angelo.
Ma la storia di questa spina inizia molto prima, in un intreccio affascinante tra Oriente e Occidente. Immaginate Costantinopoli, la grande città sul Bosforo, dove la Corona di Spine era custodita. Venezia, sempre attenta ai tesori del mondo, cerca di acquistarla. Ma il destino ha altri piani: il Re di Francia, con un’offerta principesca, riesce ad aggiudicarsi la reliquia.
Il viaggio della Corona verso Parigi è avvolto nel mistero. Passa per Venezia, esposta nella maestosa San Marco, ma quando finalmente giunge nella Città delle Luci, rimangono solo poche spine e il serto di rami intrecciati. Il Re Filippo IX, conscio del valore inestimabile di ciò che resta, distribuisce le spine alle maggiori chiese di Francia e fa costruire la splendida Sainte Chapelle per custodire la reliquia.
Oggi, mentre camminate per le vie di Montone durante la festa, potete quasi sentire l’eco di questa storia straordinaria. La Santa Spina, custodita con amore in questo piccolo borgo umbro, è un legame tangibile con una storia più grande, che attraversa secoli e continenti.
La Festa
La Festa della Santa Spina non è solo una celebrazione religiosa, ma un momento in cui passato e presente si fondono. I montonesi di tutte le età lavorano instancabilmente per un anno intero per preparare questo evento, trasformando il borgo in un palcoscenico vivente dove storia, fede e tradizione si intrecciano in un abbraccio indissolubile. La Festa della Santa Spina di Montone è un affascinante viaggio nel tempo che celebra la gloriosa storia della Famiglia Fortebracci. Dalle gesta del padre Braccio, rinomato Capitano di Ventura, fino all’atto generoso del figlio Carlo, che donò la preziosa Santa Spina al borgo, questa celebrazione è un tributo vivente alla ricca eredità di Montone.
Ciò che iniziò come una semplice esposizione religiosa si è evoluto nel corso degli anni in una spettacolare rievocazione storica. Il culmine di questa trasformazione è il Palio, una competizione appassionante che vede i tre Rioni del paese sfidarsi per l’onore e la gloria, culminando con la suggestiva cerimonia della Donazione del Monte e Porta del Verziere.
Durante i giorni della festa, il centro storico di Montone si anima di una magia particolare. Ogni angolo si trasforma in un autentico set medievale, dove i visitatori possono immergersi completamente nell’atmosfera del XV secolo. I tre Rioni allestiscono veri e propri cantieri teatrali, ricreando con cura meticolosa scene di vita quotidiana dell’epoca.
Centinaia di figuranti montonesi, vestiti con costumi storici accuratamente riprodotti, danno vita a questi scenari. Non sono semplici comparse, ma veri e propri attori che si calano completamente nei loro ruoli, pronti a interagire con i visitatori e a raccontare con passione le attività degli antichi artigiani. Ogni scena segue un copione ben definito, garantendo un’esperienza autentica e coinvolgente per tutti i presenti.
Ma la Festa della Santa Spina non si limita alle rappresentazioni storiche. L’evento include anche entusiasmanti gare di abilità tra i Rioni, che si sfidano con grande ardore. Queste competizioni non sono confinate solo ai giorni della festa, ma si estendono durante tutto l’anno, creando una tradizione di rivalità amichevole che anima la vita del borgo e dell’intera regione.
Il momento più atteso arriva il Sabato Santo, quando nella piazza principale, in un’atmosfera carica di emozione e suspense, vengono svelati i punti segreti accumulati nelle varie sfide, incluso il tiro con l’arco. Il Rione che totalizza il punteggio più alto si aggiudica il prestigioso Palio della Santa Spina, un onore che viene conferito durante la cerimonia Magistrale Montonese, autentico gioiello dell’eredità di Carlo Fortebracci.
La settimana della festa è un periodo di intensa attività per tutto il paese. I montonesi si dedicano con entusiasmo ai lavori nei propri cantieri, alternando momenti di impegno a occasioni di festa e divertimento condiviso.
Il gran finale della celebrazione arriva l’ultima domenica, quando la piazza principale si trasforma in un vivace mercato dell’artigianato. Qui, tra bancarelle colorate e esposizioni di prodotti locali, si possono ammirare scenografie mozzafiato e ricostruzioni di costumi d’epoca di ogni genere, offrendo ai visitatori un’ultima, indimenticabile immersione nel passato glorioso di Montone.
La Festa della Santa Spina è molto più di una semplice rievocazione storica: è un’esperienza che coinvolge tutti i sensi, un momento in cui la comunità si unisce per celebrare la propria identità e le proprie radici, regalando a residenti e visitatori un’esperienza unica e indimenticabile.
I Protagonisti
Le loro vite intrecciate formano un razzo di coraggio, strategia e devozione che ancora oggi riecheggia tra le antiche mura del paese.
Andrea Fortebraccio, meglio noto come Braccio da Montone, emerge dalle pagine della storia come una figura quasi leggendaria. Nato nel 1368, il suo nome evoca immagini di battaglie epiche e conquiste audaci. Alessandro Manzoni lo immortalò nel “Conte di Carmagnola” come colui che “per tutto atterrò con intrepidità e con terrore di morte”. Figlio di Oddo Fortebracci, Andrea abbracciò presto la vita militare, trasformando l’esilio della sua famiglia da Perugia in un’opportunità per forgiare il proprio destino.
La carriera di Braccio da Montone è un susseguirsi di vittorie e innovazioni militari. Fondò una propria compagnia di ventura e rivoluzionò l’arte della guerra con una nuova scuola d’arme. Il suo nome divenne sinonimo di strategia e audacia sui campi di battaglia dell’Italia rinascimentale.
Il testimone di questa eredità passò a Carlo Fortebraccio, nipote di Braccio. A soli 15 anni, alla morte dello zio Niccolò della Stella, Carlo si trovò investito del titolo di Signore di Montone. Seguendo le orme del celebre padre, si immerge nell’arte militare, mettendo il suo talento al servizio della Serenissima Repubblica di Venezia.
Ma fu un evento apparentemente fortuito a legare indissolubilmente il nome di Carlo alla storia di Montone. Durante una campagna militare, ricevette in dono una spina della corona di Cristo. Con un gesto che mescolava devozione e amor patrio, Carlo decise di portare questa preziosa reliquia a Montone. Questo atto di generosità diede origine alla festa della Santa Spina, una celebrazione che ancora oggi anima il borgo, intrecciando fede, storia e tradizione.
Accanto a Carlo, emerge la figura di Margherita Malatesta, sua moglie e discendente della nobile famiglia di Rimini. Margherita non fu solo una consorte, ma una vera e propria co-reggente. Nel 1477, insieme a Carlo, ottenne il titolo di Signora di Montone, portando con sé il prestigio della legittima discendenza dei Fortebracci.
La vita di Margherita è un esempio di forza e determinazione. Dopo la morte del marito, si troverà a fronteggiare minacce che avrebbero intimidito anche il più coraggioso dei condottieri. Con fermezza e abilità diplomatica, difese il castello di Montone dagli attacchi del Papa e persino del potente Federico di Montefeltro, dimostrando che il coraggio dei Fortebracci non era prerogativa solo degli uomini.
Queste tre figure – Andrea, Carlo e Margherita – rappresentano l’anima di Montone. Le loro storie di coraggio, devozione e resilienza sono intessute nel tessuto stesso del borgo. Oggi, passeggiando per i suggestivi vicoli del centro storico di Montone, si può quasi sentire l’eco delle loro gesta. La festa della Santa Spina, nata dal gesto di Carlo, continua ad essere un momento in cui passato e presente si fondono, permettendo ai montonesi e ai visitatori di rivivere la gloria di un’epoca in cui cavalieri, condottieri e nobili dame plasmavano il destino di intera città.
Montone non è solo un pittoresco borgo umbro, ma un libro di storia vivente, le cui pagine sono scritte nelle pietre dei suoi edifici, negli affreschi delle sue chiese e nei cuori dei suoi abitanti. Andrea, Carlo e Margherita Fortebracci non sono solo figure del passato, ma presenze vive che continuano a ispirare e a ricordare a tutti noi la grandezza che può nascere anche da un piccolo borgo di collina.
Dietro le quinte della Donazione della Santa Spina, c’è un mondo nascosto, fatto di preparativi e sacrifici. Quando le luci si spengono e i tamburi tacciono, inizia il lavoro silenzioso ma incessante dei volontari di Montone. Per tutto l’anno, queste menti creative non smettono di progettare e costruire, tessendo una rete di relazioni umane che unisce le persone attraverso la passione condivisa per il proprio paese.
Ogni anno, Montone si anima con i suoni vibranti dei tamburi, delle chiarine e degli archi che riecheggiano per le strade durante le rievocazioni storiche. Questi gruppi non solo arricchiscono l’atmosfera medievale, ma rendono ogni notte una celebrazione viva e ricca di emozioni, grazie alla suggestiva cornice della Donazione della Santa Spina. Giovani pieni di coraggio e dedizione, sia ragazzi che ragazze, si esibiscono con passione, promettendo di mantenere viva la fiamma delle tradizioni anche durante le calde notti estive.
In particolare, i giovani del Gruppo Arcieri Malatesta dimostrano ogni anno un’incredibile creatività e spirito competitivo, rendendo il Palio della Santa Spina un evento sempre più emozionante. La gara, un vero spettacolo mozzafiato, si rinnova ogni volta con nuove sfide e colpi di scena, mantenendo gli spettatori con il fiato sospeso. È una celebrazione della gioventù e della resilienza, una dimostrazione della voglia di mettersi in gioco e superare se stessi.
I suoni ritmati e squillanti dei Tamburi e delle Chiarine del Castello Arietano segnano il tempo degli eventi nel borgo, creando una colonna sonora che accompagna la festa. Questi suoni, che si percepiscono già da lontano, avvolgono i visitatori in un’atmosfera che riporta indietro nel tempo, permeando ogni angolo e scorcio di Montone di un autentico spirito medievale.
Ogni contributo nel volontariato è prezioso e insostituibile, come una sinfonia di talenti e idee che insieme creano la magia della festa. Ci sono spettacoli che non ricevono applausi ma che sono il vero motore della celebrazione. Le taverne, ad esempio, sono un alveare di attività, dove i volontari si trasformano in chef, camerieri, cassieri e organizzatori, mostrando la loro dedizione.
Nonostante le difficoltà quotidiane e i tempi sempre più ristretti, i montonesi trovano sempre il modo di partecipare, dedicando il loro tempo a una causa che considerano nobile. Questo impegno è la linfa vitale della comunità, una scelta di valore che arricchisce non solo la storia del paese ma anche il suo tessuto sociale.
Essere figli di Montone significa affrontare le sfide con dignità, mettendo il proprio tempo e le proprie energie al servizio di qualcosa di più grande. E sebbene gli applausi veri non arrivino a chi lavora dietro le quinte, il valore del loro contributo è immenso. Questa è la forza silenziosa che fa vivere e brillare Montone ogni anno durante la Donazione della Santa Spina.