Pietro Mennea nacque da una modesta famiglia di Barletta. Il padre era sarto e la mamma casalinga, aveva tre fratelli ed una sorella. Nella sua vita fece il politico ed ottenne quattro lauree, esercito’ la professione di avvocato e di commercialista.
Nella sua carriera sportiva vinse tutto: Universiadi, campionati Italiani, Europei, giochi olimpici (Mosca 1980), fu suo il record del mondo nei 200 metri ottenuto nel 1979 con il tempo di 19,72 secondi. Questo record in ambito europeo ancora resiste, mentre a livello mondiale è stato battuto nel 1996 da un altro mostro sacro dell’ atletica tal Michael Johnson.
Il barlettano ci ha lasciato il 21 marzo del 2013; dieci anni fa. Ricordare Pietro Mennea è d’obbligo, specialmente ai giovani. Carattere difficile, spigoloso, complesso, ne sa’ qualcosa il professore Vittori, il suo mentore ed allenatore; la sua essenza era la motivazione, la caparbietà, non dotato di un fisico eccelso, sono rimasti nella storia i suoi feroci allenamenti che lo hanno però portato in cima al mondo.
La “freccia del Sud” come era soprannominato, è uno degli esempi più rappresentativi del detto baconiano: volere è potere.