L’ARCHITETTO GIUSEPPE PIERMARINI, VANTO PER LA CITTA’ DI FOLIGNO

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Frutto dell’affezione e della devota ammirazione della città o della nazione, i monumenti funerari e commemorativi esaltano le qualità del defunto, legando inscindibilmente la sua vicenda terra a quella della comunità di appartenenza: le due vite sono legate come uno specchio riflesso, dal particolare al generale e dal generale al particolare.

Solo di recente (2004), la città di Foligno ha voluto ricordare il concittadino Giuseppe Piermarini (1734-1808) con un monumento dedicatorio scolpito in bronzo dall’artista ceco Ivan Theimer. Tra i più grandi architetti del Settecento e inizi dell’Ottocento, Piermarini è ora nel pantheon degli uomini illustri della città, varcando la soglia del quotidiano, come già fece Ercole con la sua apoteosi.

E proprio Ercole è il titolo del bronzo di Theimer: Giuseppe Piermarini con la sua perizia architettonica sostiene le costruzioni del mondo terreno, così come il figlio di Giove e Alcmena sostenne, seppur per poco tempo, il mondo celeste.

Monumento a Giuseppe Piermarini – Foligno (Pg)

Prima di essere celebrato per la realizzazione del Teatro alla Scala di Milano, Giuseppe Piermarini si è fatto strada nel campo della storia dell’architettura grazie a due edifici: la facciata del Palazzo centrale dell’Università di Pavia (1771-1782) e il palazzo dell’Accademia virgiliana di Mantova (1773-1775).

Il Teatro Alla Scala – Milano

In entrambe le opere è costante il riferimento all’architettura classica, agli stilemi del tempio greco-romano e alla tradizione, rivisitata, dell’ordine gigante introdotta da Michelangelo Buonarroti ai primordi del Cinquecento. Il frontone ricalca quello di un tempio antico, le lesene addossate alla facciata sono in contiguità con quelle della facciata di Palazzo dei Conservatori del Buonarroti.

Nel clima neoclassico di aperta ripresa della forma antica la facciata ricorda la fronte scenica di un teatro, preannunciando l’opera del Piermarini di pochi anni più avanti: il Teatro alla Scala di Milano.

Vanto di un’intera città, conosciuta nel mondo non solo per essere “il centro del mondo”, il Teatro alla Scala di Milano è stato progettato dalla geniale mente di Giuseppe Piermarini.

Dopo la distruzione, a causa di un incendio, del Teatro Regio Ducale, Maria Teresa d’Austria affida a Giuseppe Piermarini il compito di edificare un nuovo teatro. In soli due anni l’architetto folignate riesce a finire il lavoro, concluso nel 1778.

La ripresa, anche in questo caso, di un tempio greco è evidente: il timpano scolpito in stucco Giuseppe Franchi con il Sole inseguito dalla notte, la scansione frontonale fra metope e triglifi, le colonne e semicolonne addossate con capitello composito sono elementi propri della tradizione classica. Nelle dimensioni e nell’uso del bugnato per il primo piano riaffiorano, invece, memorie del Quattrocento e Cinquecento italiano, in particolare fiorentino. L’omaggio a Michelangelo è ben visibile nell’ordine gigante degli elementi della facciata. Le due torri, scenica e ellittica, sono state erette su progetto di Mario Botta tra il 2002 e il 2004 e tradiscono chiaramente un altro stile, non uniformato al patrimonio classico della facciata.

Dopo più di duecento anni dalla sua fondazione, l’opera di Piermarini è ancora il punto di riferimento della cultura italiana, ospitando la stagione di opera lirica più importante d’Italia. Come, d’altronde, affermava Stendhal, grande romanziere francese dell’Ottocento, il Teatro alla Scala è forse «il primo teatro del mondo, perché è quello che procura dalla musica i maggiori piaceri […] Quanto all’architettura, è impossibile immaginare nulla di più grande, più solenne e nuovo».