“MI SENTO ESAURITO, STO PER SCOPPIARE”
Quante volte è capitato di sentire frasi di questo tipo. Antenne dritte, potrebbe trattarsi della Sindrome del burn-out, ovvero della risposta di un individio di fronte ad una situazione professionale estremamente logorante.
Il logorìo non é soltanto fisico, è anche psicologico. La reazione è un distacco condito da cinismo nei confronti del proprio lavoro. Gli impegni assunti verranno sottovalutati, affrontati con poca convinzione e minore determinazione, aumento della distanza mentale dalla propria professione, mancanza di iniziativa e difficoltà nel concludere i propri compiti. Tutti meccanismi di difesa inconsci, certamente non voluti né calcolati dall’individuo affetto da sindrome di burn -out.
Potremmo affermare che si tratta di modi per restare a galla, per non annegare. È chiaro che questi meccanismi, non certamente adeguati per superare la condizione patologica, necessitano di preziosi correttivi. Anche perché, continuando su questa strada, si rischierebbe di compromettere irreversibilmente la propria attività professionale.
Al poco riposo e all’eccessivo lavoro, l’individuo risponderà con lo sviluppo di una sintomatologia di natura psico-somatica. La depressione, il senso di colpa e di fallimento, il pianto e l’infelicità, porteranno ad isolamento sociale, astenia ed apatia. Potrebbero essere presenti anche cefalea, insonnia, disturbi gastrointestinali. Il burnout può portare ad abuso di sostanze quali alcool e/o sostanze stupefacenti, ma anche di farmaci ed autolesionismo.
La sindrome del burnout è stata inizialmente associata alle “helping professions”: insegnanti, infermieri, medici, assistenti sociali, operatori per l’infanzia, pompieri, forze dell’ordine.
In seguito, si è riconosciuto che il burnout può associarsi a qualsiasi contesto lavorativo in cui esistano condizioni stressanti.
La psicoterapia è fondamentale per comprendere come rispettare le proprie esigenze, fissare obiettivi in maniera adeguata, condurre un corretto stile di vita, elaborare ansia e sentimenti negativi quali rabbia e angoscia.
DOTT. GARINELLA RAFFAELE