Dott.ssa Luana Tama’
LA COLLUSIONE DI COPPIA
Lo psicologo svizzero Willi Jurg, nel 1986, usò per primo il termine “collusione”, dal latino “cum ludere” che significa “giocare insieme”. La collusione nella relazione di coppia assume un significato che fa riferimento ad un’intesa nascosta e non consapevole fra i due partner, come un accordo che si sostiene e si alimenta grazie all’incontro di vecchi bisogni insoddisfatti che i partner cercano di colmare l’uno attraverso l’altro.
La collusione consiste nel tentativo di mantenere invariata la forma e l’equilibrio del legame tra le due personalità, evitando, o riducendo al minimo indispensabile, qualsiasi crisi e possibilità di cambiamento.
Esistono quattro tipi di collusione di coppia, tutti risalenti alle fasi di sviluppo psicosessuale dell’infanzia e ripercorrenti le tappe evolutive e di relazione con le figure genitoriali:
1. la collusione narcisistica con la tematica dell’amore come fusione e conferma di sé e del proprio valore;
2. la collusione orale con la tematica dell’ amore come cura e dedizione materne;
3. la collusione anale dell’amore come possesso e dominio sull’altro;
4. la collusione edipico-fallica dell’amore come conferma maschile e come ripetizione del rapporto con i genitori.
Il primo tipo di collusione, quella narcisistica, è forse la più patologica perché si instaura tra due individui che non hanno una chiara definizione del Sé e della propria identità. Per questi soggetti il rapporto di coppia è funzionale alla ricerca di una conferma del proprio valore e della propria autostima attraverso il partner. E’ un tipo di unione che si instaura di solito tra una personalità di tipo narcisistico, che cerca un compagno che lo ammiri e che gli rimandi un’immagine di Sé idealizzata, e un partner, con scarsissima stima di sé, che vede nell’altro una conferma riflessa del proprio valore.
La collusione orale nasconde l’idea che l’amore significhi dedizione assoluta e materna all’altro; si instaura tra un partner che, negando i propri bisogni di dipendenza dagli altri, tenta disperatamente di salvare e aiutare il compagno bisognoso, proprio come se fosse una madre accudente ed amorevole nei confronti del suo bambino. Il partner che riceve tutte le attenzioni, senza nulla dare in cambio, si pone, invece, nella posizione regressiva di poppante bisognoso di cure che non può e non vuole contraccambiare ciò che gli è offerto, negando le proprie potenzialità di autonomia e indipendenza.
La collusione anale nasconde l’idea che amare significhi possedere e controllare interamente l’altro, che scendere a compromessi rappresenti la perdita della propria autonomia. Il conflitto centrale è tra dipendenza e autonomia. Le collusioni cui questa tematica dà luogo sono quelle relative alle coppie antitetiche e complementari di dominante e dominato, sadico e masochista, infedele e geloso.
Nella collusione fallica il conflitto centrale è su chi, tra i due partner, debba ricoprire il ruolo maschile nella coppia. Si instaura generalmente tra un uomo debole e passivo e una donna che inconsciamente brama caratteristiche maschili di emancipazione, autonomia, aggressività. L’uomo, spodestato della sua virilità dalla compagna, presto svilupperà disturbi nella potenza sessuale e la donna lo umilierà e lo offenderà per la sua impotenza, proprio perché ambisce ella stessa ad essere il maschio della coppia.
Nella collusione edipica si ha la tendenza, per conflitti inconsci o irrisolti con i propri genitori, a scegliere un compagno che assomigli al genitore di sesso opposto o che non gli somigli affatto.
Concludendo, la collusione è un meccanismo difensivo, inconsapevole e rimosso, e genera dolore e sofferenza agli individui coinvolti in questi “incastri nevrotici”. Essa blocca le possibilità di evoluzione della personalità dei partner e mantiene inconsci i loro conflitti personali irrisolti. Spesso, per uscire da queste dinamiche paralizzanti, è bene rivolgersi a professionisti che supportino la coppia e il singolo partner.
Dott.ssa Luana Tama’ Mediatore Famigliare