LA CATTEDRALE DI SAN FELICIANO A FOLIGNO, CENNI E CURIOSITA’

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Mentre proseguono i lavori di consolidamento e ristrutturazione della Cattedrale di San Feliciano, la città di Foligno soffre una grave perdita, identitaria e sacrale. Sacello del vescovo Feliciano, martire sotto le persecuzioni dell’imperatore Decio (III secolo d.C.), tempio neoclassico all’interno per volontà di Giuseppe Piermarini, imponente e stupefacente chiesa romanica all’esterno, la Cattedrale ospita la copia della Madonna di Foligno di Raffaello Sanzio (1511-1512) e il baldacchino in legno dorato di Antonio Calcioni su progetto di Andrea Pozzo (1698), memore di quello innalzato da Gian Lorenzo Bernini e Francesco Borromini in San Pietro a Roma (1624-1633).

La costruzione della Cattedrale risale agli inizi del XII secolo, momento in cui sorse anche la città di Foligno, con un suo autonomo statuto comunale. Nel portale maggiore della facciata della chiesa è iscritta la data “1133”, accompagnato dal mosaico raffigurante Cristo in trono con Feliciano e Messalina, eseguito, però, solo agli inizi del Novecento.

La cattedrale è uno scrigno prezioso da aprire con cura e attenzione: se il portale del transetto con la raffigurazione scolpita dei quattro simboli degli evangelisti e il portale dello zodiaco, opera di Ridolfo e Binello, è realmente di inizio Duecento (1201), il rosone e il timpano laterale sono di epoca moderna, realizzati solo alla fine dell’Ottocento. La cupola, invece, è databile a metà Cinquecento (1543-1548), costruita da Filippo Salvi su progetto del fiorentino Giuliano Agnolo Baglioni.

La mancanza di un’adeguata conoscenza storico-artistica può causare diversi problemi di comprensione del testo figurativo, come la giusta lettura delle varie successioni cronologiche. La Madonna di Foligno può essere un buon esempio di quanto di pericoloso possa celarsi dietro una conoscenza frammentaria ed episodica: alcuni visitatori crederanno che l’opera sia stata commissionata per la Chiesa di San Feliciano, altri, locali, invece penseranno che sia stata dipinta per la Chiesa di Sant’Anna a Foligno, in pochi sapranno riannodare i fili della storia vera. Commissionata da Sigismondo de’ Conti, umanista folignate della corte di Giulio II della Rovere, per ornare l’altare maggiore della basilica romana di Santa Maria in Aracoeli, l’opera raffigura un fatto avvenuto poco tempo prima proprio a Foligno: in una giornata piovosa e turbolenta, la Madonna salva la casa di Sigismondo, colpita da un potente fulmine. L’umanista, accompagnato da San Girolamo, è genuflesso a sinistra in atto di preghiera e con lo sguardo rivolto al cielo, a rendere grazie alla Madonna col Bambino, stagliata contro il cielo nuvoloso e infuocato dello sfondo. Al centro è presente un angioletto che regga una targa, mentre a sinistra San Giovanni Battista indica la prodigiosa apparizione della Vergine e San Francesco ricorda quale fosse l’originaria destinazione, la chiesa francescana di Santa Maria in Aracoeli. Da lì l’opera sarebbe stata trasferita nel 1565 nella chiesa folignate, per poi nel 1797 essere trafugata e portata al Museo del Louvre da Napoleone e riconsegnata all’Italia nel 1816, presso l’attuale collocazione ai Musei Vaticani.