Nella storia non sempre gli eventi imminenti vengono compresi con anticipo, molte volte gli storici sono maggiormente legati ai fatti passati, così occupati dalla disanima di ciò che è stato, da non riuscire ad avere una chiara idea del futuro geopolitico di uno stato, di un impero o del mondo intero.
E, quando la teoria fallisce, negli stati più evoluti è la prassi, il senso pratico, quel sentore di cambiamento che conduce a prendere decisioni illuminanti.
A più di un anno dallo scoppio della prima guerra mondiale, avvenuto il 28 giugno 1914 con l’assassinio dell’arciduca Francesco Ferdinando a Sarajevo, a Scanzano, piccola frazione del comune di Foligno, veniva costruito un carnificio.
La nascente industria si occupava di produrre la carne in scatola per l’esercito italiano impegnato nella prima guerra mondiale, prima nello schieramento della Triplice Intesa, poi della Triplice Alleanza.
Con grande intelligenza, gli apparati dell’esercito avevano anticipato il corso della storia, costruendo e poi dalla fine del 1914 rendendo il carnificio funzionante.
Dall’entrata in guerra dell’Italia il 24 maggio 1915, sino all’armistizio firmato dalla Germania l’11 novembre 1918, la fabbrica ha prodotto quasi 10 milioni di scatolette oltre a milioni di razioni di brodo concentrato e di condimento in conserva, con circa quattrocento lavoratori all’attivo. Di seguito, il video dell’Istituto Luce mostra le fasi di lavorazione e di inscatolamento.
DOTT. FRANCESCO MANIGRASSO