Epicuro afferma che lo scopo principale della vita dovrebbe essere il perseguimento della felicità. Più di duemila anni dopo, il filosofo Jeremy Bentham ribadisce che ogni attività umana è spinta solo da due forze motivazionali: evitare il dolore e perseguire il piacere.
Nei principi della morale e della legislazione (1789) sostiene che ogni decisione sociale e politica debba essere presa con l’obbiettivo di raggiungere la massima felicità per il massimo numero di persone.
Bentham crede che il valore morale di tali iniziative sia direttamente proporzionale alla loro utilità o efficienza nel generare felicità o piacere.
In una società animata da questo approccio” utilitaristico”, è convinto che i conflitti d’interesse tra individui possano essere risolti dal legislatore guidato esclusivamente dal principio di creare la massima diffusione della soddisfazione. Se tutti possono essere felici tanto meglio, ma se fosse necessario operare una scelta, è sempre preferibile favorire i molti sui pochi. Aveva tracciato una fondamentale via per i politici moderni, ma questi sembra che alla rotatoria abbiano sbagliato uscita, per poi campeggiare come Annibale a Capua.
E perse la guerra.