Ricordi folignati: i cinque giochi più “pericolosi” degli anni ’70-80
In quei tempi, oramai lontani, si doveva “combattere” la noia (non c’erano di certo i telefonini come oggi).
Uno dei giochi principali era quello della cerbottana, fatta con tubi di plastica che servivano per far passare i fili della corrente; si acquistavano al metro in una rivendita di ferramenta o di edilizia.
Le munizioni erano fatte di carta, con dei coni allungati e appuntiti che venivano “sparati” con queste cerbottane.
Il pericolo era rappresentato dal fatto che potevano arrivarti in faccia o negli occhi: non era di certo gradevole essere colpiti.
Il gioco consisteva nella divisione in due squadre, composte da chi attaccava e da chi si difendeva.
Quando si giocava con le cerbottane i paesi erano colmi di carte e cartucce per la gioia di tutti gli spazzini…
Il pericolo maggiore era costituito dall’inserimento eventuale di spille nelle cartucce…vi lascio immaginare cosa poteva succedere.
Un altro gioco “pericoloso” era quello realizzato con gli archi di ferro presi da ombrelli rotti, anche le frecce erano sempre fatte di ferro ed erano appuntite.
Di solito erano utilizzati per una gara al tiro a segno, ma qualcuno li utilizzava contro altri ragazzi.
Continuando, va ricordato il fucile giocattolo, costruito con una struttura in legno che funzionava ad elastici, ricavati dall’intreccio di vecchie camere d’ aria di biciclette.
Alla fine di questo elastico veniva applicato un componente in ferro e delle mollette in legno usate per stendere i panni.
Pertanto, quando veniva rilasciato l’elastico, partiva anche l’elemento in molla di ferro che aveva una potenza molto alta, in grado di rompere un vetro anche a distanza di dieci metri, figuriamoci se fosse arrivato in testa o in faccia….
Quando si litigava fra amici e compagni era facile che ci si prendesse a sassate, dividendosi sempre in due squadre oppure in singolar tenzone.
Le dimensioni dei sassi erano ininfluenti, l’unico obbiettivo era quello di colpire il nemico.
Queste sassaiole avvenivano anche fra paesi vicini, per evidenti motivi campanilistici.
L’ultimo dei giochi, forse il più pericoloso, era quello della fionda (detta anche frignola o frombola).
Agli inizi era fatta con forcine di legno ben ripulito e lucidato e con elastici ricavati sempre dalle vecchie camere d’aria delle biciclette, intrecciati fra loro.
Con questo oggetto si potevano lanciare sassi a lunghe distanze e con una elevata potenza, non erano rari i casi in cui qualcuno veniva colpito ma mai in zone sensibili come il volto.
Successivamente, venne il momento delle fionde acquistate nei negozi di caccia e pesca, concepite per lanciare in acqua la pastura per la pesca con la canna.
Queste avevano una struttura in plastica e venivano modificate per lanciare soltanto sassi: iniziò allora la caccia alle lucertole, ramarri e rane che poverini si crogiolavano al sole.
Tutti questi giochi che accadevano nei tempi dell’infanzia finivano con l’adolescenza, quando appariva la dea Venere, di cui qualcuno ancora oggi porta i segni…permetteteci un pizzico di ironia…