Chi percorre la strada statale 77, (Foligno- Civitanova), mentre si avvicina al Monte di Pale, rimane colpito da un piccolo Eremo che è documentato fin dal lontano 1295. Infatti, durante il censimento delle chiese appartenenti alla Diocesi di Foligno (PG), viene menzionato per la prima volta il santuario di Santa Maria Giacobbe in Pale, uno tra i numerosi Santuari Terapeutici di frontiera della montagna di Foligno.
Una volta giunti alla piccola spianata si scorge la chiesa di piccole dimensioni, sulla cui facciata si apre una porta inserita in un arco a tutto sesto ed una piccola finestra, e si scorge una piastrella dove si legge la data di un restauro avvenuto nel 1712, mentre sul tetto si trova un grazioso campanile a vela.
L’intero complesso è in parte inserito in una cavità naturale del monte che lo sovrasta e in parte ne costituisce l’abside.
L’interno presenta numerosi affreschi, alcuni dei quali particolarmente suggestivi, che possiamo distinguere in pitture votive e pitture ornamentali che talvolta, pur nella loro semplicità, dimostrano anche una certa ricercatezza progettuale ed iconografica.
La volta è ricavata direttamente nella roccia ed è stata affrescata da un maestro che si rifà alla scuola senese, la figura che vi domina nell’abside è quella del Cristo pantocratore secondo la maniera greca, con un libro in mano ed ai lati due serie di angeli che suonano interessanti strumenti dell’epoca.
Alla destra dell’ingresso troviamo invece un grande affresco che riproduce una natività in una grotta, dove la madonna è sdraiata sopra un tappeto a moduli decorativi bianchi su fondo rosso; a sinistra in atteggiamento pensoso è seduto S. Giuseppe, con un bastone da viandante in mano, mentre a destra si trova Santa Maria Giacobbe, che in qualità di ostetrica assiste il Bambino che si trova in una culla che ha la forma di un calice. Accanto a questa natività si individua una bella scena di pastori e greggi, particolarmente interessante anche per alcuni dettagli sulla storia del costume.
Accanto troviamo un sant’Antonio abate con le insegne vescovili, un Cristo risorto ed un altro affresco poco decifrabile rinvenuto con il restauro nel 2000.
Nella parete opposta, di fronte alla natività, troviamo l’affresco che riproduce una “dormitio virginis”. Nella stessa scena si trova l’incoronazione della Madonna da parte del figlio Gesù, da cui cade una cintola sopra l’apostolo Tommaso, incredulo anche questa volta dell’assunzione in anima in corpo di Maria. La scena si rifà ad uno dei vangeli apocrifi. L’affresco è forse attribuibile ad un pittore noto nella zona di Foligno, Cola Petruccioli, originario di Orvieto e attivo nella seconda metà del Trecento.
Altri affreschi si trovano dietro l’altare, sulla roccia del monte; si tratta di tre figure che risalgono al XIII-XIV secolo e rappresentano S. Maria Giacobbe, S Lucia e San Luca evangelista.
Sulla parete d’ingresso troviamo San Cristoforo con il santo bambino in braccio, protettore dei pellegrini in quanto l’eremo si trova lungo la via Lauretana transitata da molti di essi. Nella parte inferiore altri due affreschi del 1517 coprono in parte San Cristoforo e rappresentano san Sebastiano invocato contro la peste, con ai piede i due committenti inginocchiati e Sant’Agata Martire di Siracusa che porta sulla mano sinistra la palma del martirio e sulla destra in un calice con la propria mammella. Ella fu martirizzata infatti con il taglio della mammella e viene appunto invocata dalle mamme che chiedono il latte per i loro figli.
Questi infatti sono affreschi ex voto, venivano commissionati da privati dopo aver chiesto una grazia. A sinistra una donna tunicata di profilo, reggente un cero acceso potrebbe essere la committente del San Cristoforo.
Proseguendo troviamo una Santa Maria Giacobbe dal manto rosso con il vaso degli aromi, e una Madonna con bambino.
A fianco l’affresco più misterioso del santuario, il Santo Volto di Lucca, eseguito certamente prima del 1392. Raffigura un grande Cristo tunicato, i cui piedi sono in due calici di fattura diversa che rappresentano il Vecchio e Nuovo Testamento.
Seguitando, una maestosa Madonna in trono che allatta al seno il proprio figlio con ai lati Santa Maria Giacobbe , Santa Maria Maddalena e San Bernardo che è noto per essere il più grande cantore di Maria.
All’interno di questo scrigno d’arte si conservavano una Madonna lignea del 1500 con sportelli affrescati raffiguranti le scene salienti della vita di Gesù e una tela del 1507 di Nicolò Lattanzio, figlio del più celebre Nicolò di Liberatore, chiamato “Alunno”, raffigurante S. Maria Giacobbe.
Il santuario e stato abitato per anni da alcuni eremiti la struttura infatti all’interno è composta da una piccola cucina ed una camera ora adibita a conservare foto ed ex voto di devoti.
Per visitare l’Eremo, occorre prenotarsi con almeno 3 giorni di anticipo, una nostra guida vi aspetterà all’orario stabilito all’eremo e vi illustrerà l’interno.
Abbigliamento consigliato: scarpe da montagna o scarpe da ginnastica con suola antiscivolo.
NEI MESI DI GIUGNO,LUGLIO E AGOSTO SI SCONSIGLIA LA SALITA ALL’EREMO NELLE ORE PIU’ CALDE DELLA GIORNATA
E COMUNQUE SEMPRE FORNITI DI ACQUA
info e prenotazione visita 3486519553 / 3476640672
“Il Machiavellico”