GIOVANI POETI EMERGENTI

0
272
Joel Gentili

Perché scrivo poesie.

“Scrivo poesie mosso dalla necessità viscerale di farlo, quasi fosse un riflesso incondizionato spinto dalla bellezza delle parole.

Da sempre attratto dalla fonetica e dall’etimologia dei termini, la poesia mi permette di indagare e dare vita ai miei sentimenti, troppo spesso confusi.

Scrivo, quindi, per conoscere me stesso, per immortalare le ondivaghe sensazioni che pervadono la mia interiorità e da non molto, condividendole in pubblico tramite poetry-reading, per stuzzicare le corde interne degli ascoltatori, cercando, per quanto sia possibile, di creare un legame empatico con il pubblico o il lettore.”

JOEL GENTILI, residente a Montefalco, dopo il conseguimento della maturità, presso il Liceo classico F. Frezzi di Foligno, si laurea in giurisprudenza presso l’Ateneo perugino con una tesi sui “simboli religiosi negli edifici pubblici”. Da sempre appassionato di cultura classica e poesia, con il componimento “IL GITANO”, ha ricevuto una menzione di merito dalla casa editrice ALETTI e sarà inserito in un’antologia poetica di prossima edizione. Ha pubblicato per la casa editrice DANTEBUS MARGUTTA, 12 poesie presenti in una collana. Esprime questa sua passione insieme ad altri poeti e musici tenendo eventi culturali itineranti.

Di seguito alcuni suoi componimenti:

 

 

LA PACE

La pace è come l’amore,

la trovi più nei gesti quotidiani

nelle piccole cose

piuttosto che nei versi di un poeta,

architetto di castelli di sabbia.

È necessario qualcosa di più vero

di un discorso preparato a tavolino

da recitare imbelliti alla Nato,

è necessario riscoprire il coraggio del bambino

che piega l’orgoglio porgendo

il mignolo al compagno,

non occorre puntare il dito,

è necessario perdonare senza aspettarci

un forzato pentimento in contropartita,

si perdona a prescindere

perché il perdono è come la fede.

Prima di tutto però

è necessario un processo educativo

che scrolli di dosso

gli schivi pesi dei pregiudizi,

i confini rigidi dell’ignoranza,

per abbracciare la curiosità, la tolleranza.

Alla pace non interessano colombe e ulivi,

non servono vestiti nuovi e parrucchieri,

alla pace occorrono muratori, ingegneri,

è scesa dai rami per tornare alle radici

la pace richiede azione, non più parole

e cornici.

 

 

ERO E LEANDRO

Non riporre

le risposte nell’impazienza

che sveglia la tua giornata

o esse voleranno impaurite

sul triste mare della vergine Elle

e irate saranno le sorelle

sulle coste italiche,

facili prede dell’incomprensione.

Credi piuttosto nel mio coraggio,

avrò ragione di questo mare burrascoso

cara Ero, te lo prometto, non temo il viaggio.

Resisterò ai flutti dei tuoi tormenti

e le Pleiadi non saranno così distanti.

Ti salverò dalle rive del Chersoneso tracico

e a Siracusa faremo ritorno,

dimenticandoci del viaggio di Frisso

e rimarremo

lontani dalle insidie

dell’angoscia,

mano nella mano,

nell’isola di Ortigia.

Joel Gentili