Al fine di riprendere le fila con la “parte prima”, possiamo dire, quindi, che sarebbe meglio evitare gli accostamenti tipo pasta-carne, sono accettabili quelli tra amidi e proteine grassi, perché la parte amidacea transita nell’intestino prima che inizi la digestione delle proteine.
Sebbene si tratti di proteine animali l’associazione tra carne e latte dovrebbe essere evitata, anche se sono alimenti mi vengono catalogati nella stessa classe: questo perché nello stomaco latte e latticini formano una pellicola intorno alla carne rendendola inattaccabile dai succhi gastrici, giungendo così praticamente indigerita nell’intestino dove va incontro a putrefazione con conseguente intossicazione dell’organismo.
Le proteine definite povere perché di origine vegetale e parzialmente incomplete di aminoacidi essenziali possono essere associate agli amidi. Combinando infatti cereali e leguminose si ottiene il corretto rifornimento di amminoacidi. Un altro abbinamento possibile è quello tra amidi e lipidi. Sebbene la digestione non sia rapida perché i lipidi la rallentano, non si hanno problemi di fermentazione. Inoltre i grassi veicolano le vitamine liposolubili (A; D; E; K) e per questo non è consigliabile eliminarli completamente dalla dieta. I grassi si trovano nei semi oleosi, nell’olio di oliva, nel latte, nello yogurt intero e nel burro fresco, purché si abbia l’accortezza di usarli crudi.
Per una buona digestione delle proteine ed un corretto assorbimento degli aminoacidi a livello intestinale sono essenziali alimenti ricchi di sali minerali, contenuti soprattutto nelle verdure fresche crude, che dovrebbero accompagnare tutti i nostri pasti.
Anche l’abbinamento tra amidi e verdure e ottimo. Il pH dell’intestino tende ad essere basico per effetto dei sali biliari che si riversano e che in sinergia con i succhi pancreatici e con il succo enterico prodotto dalle ghiandole intestinali portano a termine la digestione.
Il mantenimento di un giusto grado di pH a livello intestinale favorisce la crescita di una flora batterica sana e di conseguenza di un buon funzionamento dell’intestino stesso.
La frutta è bene mangiarla sempre lontano dai pasti; mele ed ananas costituiscono un’eccezione e possono essere mangiate dopo il pasto.
In particolare l’ananas costituisce un buon digestivo in caso di pasto proteico. Associazioni alimentari errate daranno putrefazione e fermentazione (gonfiore) nell’organismo.
In generale è sconsigliato assumere i liquidi durante i pasti, poiché si tende a masticare meno; in più i liquidi diluiscono i succhi gastrici con conseguente rallentamento della digestione.
È sempre meglio, quindi, bere lontano dai pasti, soprattutto risulta efficace anche l’utilizzo di erbe depurative, se queste vengono assunte sottoforma di tisana o decotto. Per il fegato vengono impiegate piante officinali come il cardo mariano, la curcuma, il tarassaco e il carciofo. Ricordiamo che il fegato è considerato il principale organo emuntore e garantire il suo buon funzionamento significa incrementare la protezione del nostro organismo da sostanze tossiche, garantendo una buona attività anche dell’intestino e dell’organismo in generale. Effetti positivi sono dati anche dalle piante carminative (finocchio, anice, menta ecc.), quelle cioè che vanno a migliorare i processi digestivi e ridurre i gas intestinali.
Per i reni le piante depurative che hanno una funzione diuretica significativa, ma vanno anche a favorire l’eliminazione di sali, stanze azotate (urea e acido urico) e altre sostanze derivanti dal catabolismo cellulare sono: l’Equiseto (anche effetto rimineralizzante), l’Enula, il Tarassaco, l’Alchechengi, il Frassino, l’Ononide, la Gramigna e la Pilosella.
Ricordiamo che la depurazione a livello renale è consigliata anche come prevenzione per le persone predisposte alla formazione di calcoli renali e per contrastare la ritenzione idrica.
L’Uva ursina, l’Altea e le foglie di Solidago Verga aurea possiedono una attività antibatterica e svolgono quindi un importante ruolo nella prevenzione delle infezioni del tratto urinario.
Piante come l’Enula, il Pino (gemme) e il Mirto agiscono come espettoranti balsamici ed antinfiammatori per un’azione depurativa a livello polmonare, infatti garantiscono una buona ossigenazione dei tessuti ed evitano che microbi, polveri e inquinanti ambientali rimangano più a lungo tempo a contatto l’epitelio dell’apparato respiratorio.
Molto spesso per combattere i disturbi della pelle vengono consigliate piante specifiche per il fegato come per esempio il Cardo mariano. Per un’azione diretta invece si va spesso ad agire sul miglioramento della circolazione, in particolare del microcircolo al fine di garantire un maggiore apporto nutritivo al derma e a regolarizzare la secrezione sebacea. Piante specifiche per questi scopi sono: la Bardana, la Viola tricolor, la Fumaria, il Rosmarino. Spesso si associano piante ad azione emolliente ed antinfiammatorie come la Calendula e l’Achillea.
DOTT. MORENO FINAMONTI
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